lunedì 27 ottobre 2014

Simposio d'autunno 2014 assieme alla confraternita della vite e del vino

Ancora una volta la confraternita ha offerto una grande mattinata di studio e riflessioni.

Come ogni autunno da qui a sette anni infatti si riuniscono pensatori, appassionati, studenti e professori per trattare temi relativi principalmente all'enologia e alla viticoltura.

Temi spinosi trattati in questa sede sabato: la qualità della produzione del vino 2014 nel veneto e friuli e la ricerca di metodi meno invasivi per i trattamenti antiparassitari.

Il primo argomento è stato trattato un po' velocemente a mio parere, il professor Fabbro ha elencato con varie slide (il tempo concessogli purtroppo era pochissimo) tutte le statistiche relative alla qualità e ai quantitativi prodotti nelle varie zone.
Tirando le somme, tra calamità naturali e tentativo di ottimismo, la vendemmia 2014 sarà portata alla qualità in bottiglia ma solo lavorando perfettamente in cantina.

 Grande ricerca da parte dei relatori successivi che hanno esposto, in modo tecnico ma mai pesante per la sala, gli esperimenti svolti in varie aziende vitivinicole per tentare di monitorare nuovi sistemi con acqua ossigenata che non inquinano e fungono da antisettici, siamo ancora però in fase di sperimentazione; inoltre le monitorizzazioni svolte per le popoazioni di tignole e tignolette, e di altri insetti devastanti, tra i quali il vettore della flavescenza dorata, ancora imbattuto ospite dei nostri vigneti.

Un plauso anche per i due ragazzi enotecnici che hanno esposto i lavori premiati con una borsa di studio offerta dalla confraternita, il primo (bravissimo a spiegarsi) riguardava l'analisi di un fungo  all'interno del sistema cantina, il Brettanomyces, portatore di odori sgradevoli, e la lunga analisi di tutto il percorso fermentativo dal punto di vista biologico dei lieviti.

VINI DI MONTAGNA - Osterie Moderne 20/10

Ottimo tema, quello proposto ieri sera alle Osterie Moderne, i vini di montagna, in compagnia di colleghi appassionati e competenti.

Diverse le aree rappresentate, dal nord al sud Italia, cominciando dalla Valle D'Aosta, per continuare con l'Alto Adige, scendendo sull'Etna e ritornando infine con i vini di Nino Negri in Valtellina.

Tutti gli assaggi di etichette della Valle D'Aosta finora fatti sono stati generalmente mediamente strutturati (anche sotto la media) e comunque profumati e piacevoli alla beva.
La prima proposta è di un metodo classico, uve Priè Blanc, a dire il vero un po' debole e poco intenso al naso, nonchè corto. A 17 euro a bottiglia mi sembrava eccessivo, sceglierei piuttosto un Franciacorta o meglio ancora un Trento DOC per lo stesso valore.

Segue un altro Priè Blanc, fermo stavolta, ecco, questo sì era buono, bei profumi, anche di frutta esotica ananas fra tutti, minerale evoluto quasi di pietra focaia e anche abbastanza intenso in bocca.
A mio gusto il migliore tra i bianchi aostani, infatti il Petite Arvine non mi ha convinto.

I due rossi erano davvero troppo erbacei e verdi, un cornalin e un gamay.

Continuiamo con i bianchi, passando di zona, siamo in Alto Adige,il weissburgunder di STACHLBURG era molto interessante, immediato con il suo fruttato, fresco e sincero, con una piccola puzzetta tipica dei vini BIO, e contrariamente a quanto ci hanno detto si sentiva la sensazione del legno, che il produttore in scheda riporta con l'aggettivo "barricato".

Tralascio il Kerner di RADOAR con residuo zuccherino, BIO, una "caramella" poco interessante.

Potente, corposo, muscoloso ma comunque facile da bere, il pinot grigio sempre di STACHLBURG, bio anche questo (e si sentiva appena), secco, sensazioni mandorlate e buona frutta matura.
2600 bottiglie prodotte, una nicchia.

La valle d'Isarco non è proprio la zona vocata per il vitigno re dei profumi, il traminer aromatico. Questo Gewurtztraminer di VILLSCHEIDER rimanda alle classiche e benvenute sensazioni aromatiche, senza però stupire particolarmente l'assaggiatore, a 13 euro in enoteca il prezzo è forse un po' eccessivo.

Scendiamo in Sicilia, e risaliamo sul vulcano Etna! Vitigno importantissimo il NERELLO MASCALESE.
Intenso, sapido e tutto sommato equilibrato, il metodo classico di MURGO, dichiarato BRUT, in realtà ha meno di 1 gr/lt di zucchero, potremmo anche definirlo BRUT NATURE. Svolge parzialmente una malolattica ( ! ) per smorzare la grande acidità che fornisce questo terreno, che rende comunque sentori minerali sulfurei. Prima azienda nel credere alla spumantizzazione del Nerello Mascalese.

Senza dilungarmi troppo, i due bianchi di Murgo e Vinibiondi erano davvero interessanti, uve catarratto e carricante principalmente, li avrei acquistati tutti!

Mi dispiace anche saltare Salvo Foti, ma il vino di cui voglio parlare è il MAZER di Nino Negri, produttore di spicco della Valtellina, paradiso della chiavennasca.
Dopo l'esame visivo, tipicamente da nebbiolo, siamo rimasti senza parole per l'olfattivo, ci siamo guardati tutti e abbiamo portato le labbra al calice. Un sorso... ed era quello il vino della serata!!
Colore tipicamente non dotato di antociani, consistente, al naso grande mineralità e complessità, elegante  in bocca esplode subito, intensità pazzesca, radice di liquirizia, cacao amaro e confettura di prugne. Che vino...


domenica 19 ottobre 2014

Evento AIS, il Metodo Classico con Annalisa Barison

Evento importante giovedì sera 16 ottobre, in compagnia dello staff AIS Venezia e di Annalisa Barison, neo presidentessa AIS Emilia Romagna.

Da sempre la conosciamo per la sua grande comunicatività e la sua capacità di trasmettere la passione anche a dei neofiti.

La serata non era facile dal punto di vista degustativo, terminologie differenti, elementi olfattivi originali e molte volte impercettibili, o perlomeno dalla soglia di percezione talmente esile da risultare nascosti e non rilevabili dai più.

Cominciando con il CRUASE' dosage zero 2013, mc rosè. Grande finezza delle bollicine, sensazioni fruttate dolci al naso e in bocca, quasi incredibile visto la mancanza assoluta di liqueur d'expedition.
Pesca, pompelmo, macchia mediterranea, resina. Fresco e persistente.
Come secondo assaggio il SATIN della Monte Rossa, setoso e facile da bere, effervescenza molto cremosa e avvolgente. Si credeva che sarebbe stato il preferito e più facile di tutti, invece è stato abbastanza snobbato.
Alta Langa DOCG, mc blanc de noir, altro assaggio forse meno interessante dei 5 in scaletta, comunque persistente e dai profumi fragranti. Molto riconoscibile la sensazione polverosa tipica del vitigno.
Il mio preferito è stato il quarto assaggio, l'Alto Adige Arunda, Cuvèe Marianna, sboccatura 2014.
A parte il fruttato esotico ben marcato, ananas fra tutti, ma anche il mango, emergevano le spezie dolci in modo evedentissimo, la cannella  e la vaniglia e il miele.
Finale col botto invece con il Ferrari Perlè Nero, metro di paragone per intensità e persistenza con tutti gli spumanti che berrò da ora in poi, potente, deciso, stordisce con tutto il suo bagaglio olfattivo e gustativo. Incredibile.

Serata memorabile che cercherò di scolpire nella memoria con questo post...

Pranzo in compagnia del Duca d'Iseo, Franciacorta brut di Chiara Ziliani


Dopo la serata con Annalisa Barison (della quale parlerò nel post seguente), risulta molto diverso l'approccio ad un metodo classico.
Sicuramente per la maggiore quantità di notizie che ci hanno allontanato positivamente dalla solita terminologia AIS ma anche ha arricchito i già numerosi descrittori olfattivi.

Una delle migliori informazioni che ho memorizzato è la sua esposizione della carbonica, l'effetto che ha una bevanda frizzante appena versata.

Provate anche voi, ad esempio con una coca cola o un prosecco, certo. Sentirete che le bollicine appena versate e molto vivaci formeranno delle colonne di liquido verticali per l'effetto stesso dell'effervescenza.

Queste colonne sono veicolanti dei profumi interni del liquido, rendendo il tutto più evidenziato ed efficacemente profumato.

Oggi a pranzo ho potuto sperimentare queste sensazioni con un Franciacorta brut, il Duca D'Iseo, omaggio del mitico Pietro. Giallo dorato, con riflessi verdolini, oro verde, direbbe la Barison.
Nocciole tostate, lieviti e frutta a polpa gialla, nonchè sensazioni di bosco, muschiate.

Gusto abbastanza intenso e abbastanza persistente, forse la sua unica pecca.

Il problema è che dopo il Ferrari Perlè Nero, cosa posso bere che gli tenga testa??? Ovviamente se sto cercando uno spumante potente....

mercoledì 15 ottobre 2014

Aceto Balsamico Tradizionale di Modena... o ABTM venerdì 26/9 con Garollando

Chi conosce veramente l'aceto balsamico TRADIZIONALE di Modena avrà avuto (fortunato lui) modo di assaggiarlo, ma credetemi, non avrà speso poco per acquistarlo!

Si tratta infatti di un prodotto di eccellenza del nostro Belpaese, che si fa talmente tanto attendere per essere pronto che i costi diventano da prodotto di lusso.

Esistono solamente due tipologie, il 12 anni (che è il minimo di affinamento con il sistema simile al soleras) e il 25 anni.

Ho passato una interessante serata assieme a Garollando a Limena, grazie anche allo staff de "La Cantinetta", accompagnati da vini del "nostro" territorio sono stati presentati diversi piatti con assaggi e prodotti di altissima qualità.

Dai formaggi, l'asiago d'alpeggio, ricotta fresca, monteveronese, agordino, al grana padano e salumi DOP la serata è stata arricchita dall'intervento del produttore, simpatico, anche se un po' logorroico (non me ne voglia) e dalla musica di un gruppo locale, bravissimi a proporre brani dal mood stimolante.

La normale regola per la quale gli assaggi di vini più affinati vengano successivamente a qelli meno invecchiati qui è invertita, in effetti, trattandosi di aceto, risulta più intensamente acidula la versione "giovane" di 12 anni, mentre è più delicata e dolce la controparte di 25 anni.

Pertanto risulta molto azzeccato l'aceto 25 con la ricotta o con il gelato, e più armonico un asiago mezzano con il 12 anni.

Posto dopo quasi un mese, purtroppo sommerso dai vari impegni familiari e di lavoro.

Confido però di migliorare la frequenza prossimamente e poter stappare ancora buone etichette!